3 benefici di una campagna Facebook in Realtà Aumentata

Per capire come la Realtà Aumentata sia entrata di prepotenza nel social media marketing (e come possa fare la differenza per la tua campagna su Facebook e Instagram) credo si debba partire dall’ABC del marketing stesso, ossia da tre parole chiave che sono consapevolezza (awareness), coinvolgimento (engagement) e conversione (conversion).

Questi termini rappresentano i primi tre passaggi di una sequenza obbligata nel marketing: 1) innanzitutto si crea consapevolezza, facendo sapere che il brand esiste e che cosa offre; 2) si cerca di coinvolgere emotivamente le persone nel brand; 3) infine si converte questo coinvolgimento in acquisti.

Oggi voglio mostrarti che la Realtà Aumentata è di grande aiuto in ciascuno di questi passaggi. Per illustrare i miei argomenti, ti racconterò la storia di We Make Up, un’azienda italiana di cosmetici nata nel 2016. Soprattutto, ti parlerò del successo della sua campagna Facebook in Realtà Aumentata, lanciata a maggio 2019.

Il caso di We Make Up non solo offre dati precisi per misurare i benefici della Realtà Aumentata, ma dimostra anche una tesi che sostengo da tempo (e non solo perché in Octo Net mi occupo di portare questa tecnologia nelle piccole e medie imprese). La mia tesi è che non è necessario avere un fatturato a sei zeri per sfruttare i vantaggi della Realtà Aumentata, soprattutto per finalità di marketing!

Se vuoi scoprire come questa o altre tecnologie possono aiutare il tuo business, scrivimi qui; se prima vuoi saperne di più, continua a leggere.

1) Creare consapevolezza: farsi notare con la Realtà Aumentata

Creare consapevolezza nei confronti del tuo marchio è il primo step di ogni campagna marketing che si rispetti. D’altra parte, nessuno può comprare i tuoi prodotti o servizi senza prima sapere chi sei e cosa fai. Se non hai avuto la fortuna di ereditare un’azienda avviata e già ben inserita sul mercato, questo è il primo obiettivo che ti trovi davanti.

Per farsi notare, ci vuole una strategia organizzata su canali multipli. Ho già parlato, ad esempio, di come la Realtà Aumentata può far spiccare le tue brochure e i tuoi biglietti da visita tra quelli dei competitors. Ma i social media sono di gran lunga i canali più importanti. E i filtri rappresentano la prima e fondamentale applicazione della Realtà Aumentata su questi canali.

I filtri permettono agli utenti di proiettare sulla realtà qualsiasi contenuto digitale pensato e sviluppato dal brand attraverso il loro smartphone (se stai leggendo quest’articolo da Mobile, prova quello sviluppato da Prada). Nel caso della campagna Facebook di We Make Up, il filtro consentiva agli utenti di provare sul proprio viso le diverse tonalità del lucidalabbra appena lanciato, trasformando la telecamera frontale dello smartphone in uno specchio magico.

In termini di consapevolezza, i dati rilasciati da Facebook sulla campagna parlano chiaro. La crescita in brand awareness di We Make Up dopo la campagna è del 7.9%. In soldoni, questo significa che quasi una persona su 10 che ha visto la campagna se l’è ricordata. Non è un dato da poco, se pensi che difficilmente sapresti dire l’ultima pubblicità che hai visto.

2) Creare engagement

Nel marketing, il concetto di engagement si riferisce al coinvolgimento emotivo delle persone in un brand. Questo coinvolgimento è fondamentale per generare vendite, perché chi si affeziona a un brand non solo tenderà ad acquistarne i prodotti, ma difficilmente passerà alla concorrenza. Sui social, questo coinvolgimento si misura attraverso il numero di like, condivisioni e interazioni generate.

Fino a poco tempo fa, i contenuti social più ‘coinvolgenti’ erano i video. I video ottengono più visualizzazioni, più like e più condivisioni sia delle foto che dei testi. Ma dati recenti mostrano che i filtri in Realtà Aumentata performano meglio – molto meglio: il tempo medio che un utente passa ‘giocando’ con un filtro è infatti di 75 secondi, 5 volte di più di quello che passa a guardare un video. Se a ciò aggiungi che un filtro è per sua natura un contenuto pensato per essere condiviso e che puoi farne sviluppare uno per una cifra media tra i 500 e i 1000 euro, non è difficile capire perché stiano diventando uno strumento di engagement prediletto.

Il mio punto si può riassumere con una metafora. Così come è più facile legare con una persona condividendoci delle esperienze, così è più semplice entrare in sintonia con un brand se puoi essere parte del suo messaggio, anziché un semplice ricevente. We make Up questo concetto l’ha capito molto bene, e l’ha sostanziato rendendo gli utenti parte attiva della sua campagna.

3) Aumentare le conversioni

La conversione è lo stadio decisivo di ogni campagna marketing, per ovvie ragioni: se i soldi che hai speso per generare consapevolezza e coinvolgimento non si traducono in acquisti, quei soldi sono in gran parte buttati.

Ho già parlato dei benefici della Realtà Aumentata per le vendite Ecommerce. I risultati raggiunti da We Make Up li dimostrano ampiamente. L’azienda ha infatti suddiviso la campagna in due tronconi, mostrando a metà delle persone targetizzate un normale video adv e all’altra metà il filtro in Realtà Aumentata con cui provare il prodotto. Risultato: la Realtà Aumentata ha generato il 28% di acquisti in più rispetto al video.

Questo risultato è in parte spiegabile dall’ovvio beneficio di poter testare il prodotto prima di acquistarlo. Ma credo non si debba sottovalutare lo stimolo all’acquisto impulsivo generato dalla Realtà Aumentata. Non è infatti un mistero che le persone siano più disposte ad acquistare senza pensarci troppo quando si stanno divertendo – e alcuni studi nel settore turistico confermano che la fruizione di questa tecnologia metta le persone in uno stato d’animo favorevole agli acquisti.

Come e perché la Realtà Aumentata aiuti a vendere non è ancora chiaro. Ma il caso di We Make Up dimostra che può farlo.