Arte e tecnologia contro il riscaldamento globale: OPENSPHERE

Negli ultimi anni ho guardato con un senso di impotenza al tema del riscaldamento globale. Ho ammirato i grandi sforzi degli studenti di mezzo mondo a riguardo e mi sono chiesto come la mia passione per la tecnologia potesse essere messa al servizio dell’ambiente.

Rispondere a questa domanda ha richiesto un certo sforzo creativo e oggi vorrei parlarti della risposta che ho trovato insieme ai ragazzi della mia azienda. Perché? Perché credo che questa risposta dimostri come creatività e innovazione possano unire le forze a favore del pianeta e dell’inclusione sociale.

La risposta si sintetizza nel progetto OPENSPHERE, che abbiamo reso possibile insieme a WePlanet e a un gruppo di studenti dell’Ente di Formazione IFOA: si tratta di un’installazione unica nel suo genere, dove arte e tecnologia si integrano per sensibilizzare le persone sul tema dell’ambiente e dell’emergenza climatica.

Come? Per ora ti dico solo che c’è in ballo un’installazione artistica, una web app per smartphone e molta, molta Realtà Aumentata.

Se credi che mettere insieme queste cose non sia stato facile hai perfettamente ragione, perché è stata una sfida su almeno tre fronti. Ma andiamo con ordine…

Octo_Net e la sfida dell’innovazione

Mi sono sempre sentito un po’ artista e in azienda ho collaboratori con velleità simili. Ma oltre a sentirci tali, siamo anche innovatori, visionari e fanatici della tecnologia. E siccome ci piace pensare fuori dagli schemi, in Octo_Net ci siamo posti anche una sfida ulteriore: come coniugare il messaggio ambientalista di WePlanet con il nostro amore per codici, programmi, app e innovazione?

OPENSPHERE è la nostra risposta a questa sfida. E siccome sono mesi che vi racconto delle infinite potenzialità legate alla Realtà Aumentata, con OPENSPHERE ho pensato nuovamente di dimostrarvele.

Il concept è semplice e il risultato è d’effetto. Il globo è aperto e al suo interno è collocato un proiettore olografico. Questo crea delle animazioni in 3D che si integrano con altre in 2D, proiettate sulla superficie interna della sfera, per dar vita a uno storytelling volto a sensibilizzare gli spettatori sul tema del cambiamento climatico.

Ma non è finita qui. Siccome ogni opera è inserita in un contesto con cui deve dialogare, abbiamo allargato la narrazione allo spazio circostante, rendendo gli spettatori parte attiva dell’installazione. Come? È sufficiente inquadrare il globo con la fotocamera del proprio smartphone per essere guidati dalla realtà aumentata alla ricerca di marker nascosti nell’ambiente circostante, attraverso i quali si possono visionare diversi finali possibili (te l’ho detto che sono un po’ artista).

Diagramma di funzionamento dell’installazione:

Front end Web App:

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WePlanet e la sfida del riscaldamento globale

Non è più un mistero che il Pianeta si stia ammalando, né che la responsabilità sia di tutti noi che ci viviamo sopra. Soprattutto, non è un mistero che sempre più persone pretendano dalle aziende una presa di posizione e un impegno reale sul fronte ambientale.

Questa è la prima sfida che ci siamo trovati ad affrontare con il progetto OPENSPHERE: come dare voce alle aziende che vogliono prendere una posizione e combattere sul fronte ambientale.

WePlanet ha raccolto per prima questa sfida. Di questa iniziativa ne avrete già sentito parlare – se non da me, forse dal Corriere della Sera o su Italia 1. Ad aprile 2021 inizierà infatti la mostra open air 100 Globi Per Un Futuro Sostenibile, con cui WePlanet ha messo insieme aziende responsabili e giovani artisti per riempire le piazze e le strade di Milano del loro amore per il pianeta.

100 globi da realizzare, 100 artisti con un progetto, 100 aziende con un messaggio da diffondere. Octo_Net ha deciso di partecipare: siamo partner tecnici dell’iniziativa fin dalla sua fase embrionale.

IFOA e la sfida dell’inclusione

La sostenibilità ambientale è un obiettivo imprescindibile, il cui raggiungimento non è sempre a buon mercato. La battaglia contro il riscaldamento globale, così come l’innovazione tecnologica, hanno anche dei costi sociali. Mi riferisco soprattutto alla scomparsa di posti di lavoro e al rincaro di certi beni, entrambe questioni che interessano soprattutto le persone meno agiate. Da qui la terza sfida: come combinare rispetto per l’ambiente, innovazione e inclusione sociale?

A questo ci ha pensato l’ente di formazione IFOA, il terzo partner del progetto OPENSPHERE, quando gli ho proposto di mettere alla prova i loro talenti. IFOA ha infatti dimostrato di aver consegnato agli studenti che ha formato tutto il know how tecnico necessario per realizzare il front end dell’applicativo in Realtà Aumentata di cui ci siamo serviti per l’iniziativa. Notevole, se pensi che si tratta di persone che fino a poco tempo prima erano praticamente digiuni di software, hardware e programmazione.

Cosa c’entra questo con l’inclusione sociale? A mio avviso dimostra chiaramente come tecnologia e ambientalismo non ci rubano il lavoro, ma ne creano di nuovo.

Sempre se abbiamo voglia di impararlo e se abbiamo qualcuno ad insegnarcelo.